martedì 23 febbraio 2016

Roswell Rudd, Jamie Saft, Trevor Dunn & Balazs Pandi - Strenght & power

Etichetta: RareNoise Records
Genere: free-jazz

Il nome dello storico trombonista Roswell Rudd è legato soprattutto alle sue bellissime collaborazioni con Cecil Taylor, Don Cherry e Larry Coryell (giusto per citarne alcuni, quelli che più mi piacciono) a partire dalla metà degli anni '50 fino ad oggi.
Questo disco con il pianista Jamie Saft, il contrabbassista Trevor Dunn ed il batterista Balazs Pandi, è un nuovo e significativo capitolo nel filone discografico della RareNoise Records dedicato alla musica di pura improvvisazione, con una vena allucinata di grande fascino.
I tre musicisti che accompagnano Roswell Rudd si ritrovano così in studio con l'ottantenne trombonista e a mettersi in sintonia con lui, dando un contributo decisivo a far decollare la musica verso un'intensità ed un'originalità di espressione decisamente non comuni.

www.rarenoiserecords.com

sabato 13 febbraio 2016

Jan Peter Schwalm - The beauty of disaster

Etichetta: Rarenoise Records
Genere: elettronica, orchestrale

Una secchiata d'ansia il nuovo disco di Jan Peter Schwalm. Per chi non lo conoscesse Jan è un compositore e produttore tedesco, classe 1970, ora non vi sto a fare un elenco di tutto quello che ha fatto (fate voi), basta dire solamente che nel 1998 Brian Eno lo ascoltò e disse "ehi Jan, che hai da fare i prossimi sei anni? Vieni a suonare con me?" e quello ovviamente gli ha detto Si.
The beauty of disaster quindi è una secciata enorme di ansia, è malinconica nostalgia che scaturisce dal ricordo della bellezza ormai sfiorita, sono detriti e resti della nostra consumistica società, l'avanzare di un'estetica artificiale e artificiosa. Ma se nulla possiamo contro quest'uomo moderno affetto da consumo compulsivo, si può approfittare dei suoi avanzi e di tutto ciò che è passato di moda per creare qualcosa di nuovo, qualcosa di difficile ascolto questo è certo, ma bellissimo a suo modo. 
Il geniale Jan quindi guida la musica ed i musicisti che hanno collaborato a questo disco tra anfratti bui e groove nevrotici spiazzando l'ascoltatore con enfatiche aperture orchestrali, calore delle macchine analogiche e suono postmoderno. 
Ansia quindi, ma fatta bene.