venerdì 28 dicembre 2012

Lebowski – Propaganda


Etichetta: Bloodysoundfucktory
Genere: post punk

Seconda incisione che i Lebowski sfornano per la Bloodysound fucktory, a quattro anni di distanza dal precedente The best love songs of the love for the songs and the best. Le collaborazioni sono tante e sono ottime: Giulio Ragno Favero (Il Teatro degli Orrori, OneDimensional Man), Giovanni Versari ed Andrea Cajelli, mentre quel “Nico” è Nicola Amici dei  Butcher mind collapse (capito, “Nico”, “Ni co”…vi dice niente…mica ve la devo spiegare?!).
Il genere proposto da questi personaggi dalla notevole creatività è electro post-punk con una forte vena di cazzeggio e incredibili storie da bar, e già la copertina sembra dire tutto del lavoro che vi è dietro. Riff di graffianti ed energiche chitarre elettriche, basso corposo e trascinante, batteria brillante e potente quando serve e comuni storie di tutti i giorni la fanno da padrona in questo Propaganda, perché non è solo con i proclami ed i discorsi che si sostengono le proprie idee, autoproclamandosi “profeti con la chitarra”, ma soprattutto con la voglia di divertire e divertirsi, ed in questo i Lebowski sono dei maestri.
Vi posso dire di ascoltare Mattia Pascal, Giovanni citofonista o (a Dicembre una tombola) Rosso shocking, ma sarebbe riduttivo. È un disco che va ascoltato nella sua interezza: insomma, un po’ geni un po’ astuti ma anche stavolta i Lebowski hanno centrato l’obiettivo.

Clov

lunedì 17 dicembre 2012

Le pistole alla tempia – La guerra degli elefanti


Etichetta: Lactobacillus records
Genere: alternative rock

Un anno fa avevamo parlato del primo disco di questa band veronese e sì, ci erano piaciuti. Tornano ora con questo La guerra degli elefanti, album che riprende i tratti classici già ascoltati nel primo lavoro e li porta ad un livello successivo, più alto e diretto: attacca, suona, colpisci.
Sono brevi le canzoni di questo secondo disco, usi e costumi tipici del rock anni ‘90, liberano nell’etere sonorità dure ma piacevoli all’ascolto. Nella title track e Non ti cercano più è il suono marcio delle chitarre a farla da padrone, Insieme e basta e Casa bianca mantengono una familiare e tranquillizzante forma-canzone, Sylvia e Cesare sono storie allucinate e stranianti, mentre Disintossicarsi sul Garda è un timido segnale di rinnovamento.
Il suono ricorda abbastanza quello dei primi Negrita, il Teatro degli orrori o i Marlene Kuntz e Le pistole alla tempia fanno loro queste italiche influenze e le fanno funzionare fluidamente all’interno di un disco eclettico che non deluderà chi ha iniziato a seguirli dall’inizio.